Storie di storie illustrate

2017

Da: giulia@internazionale

Ciao Angelo,
quest’anno il numero natalizio Storie è una raccolta di racconti dalla Palestina. Vorremmo chiederti due illustrazioni per Randa Jarrar, allego il racconto tradotto.
Queste le dimensioni in pagina:
200 x 200
200 x 140
Ci servirebbero entro il 15 dicembre. Che ne pensi?
Grazie, un abbraccio,
Giulia

Sto aspettando che i turchi mi passino ai raggi x. Mi hanno messo agli arresti due notti fa, dopo la sanguinosa battaglia di Karaköy. Non posso volare, sono chiuso in una gabbietta di metallo. Mi hanno assegnato una guardia.

Un giorno, mentre ero diretto verso il mare, ho visto gli uccelli più grandi, gli aerei da guerra, che si libravano molto sopra di me. Ho capito che c’erano guai in arrivo, ed era proprio così.

Siamo piccoli uccelli da preda, e questo a volte torna a nostro vantaggio: possiamo percorrere in volo lunghe distanze senza suscitare troppi sospetti.

[pubblicato su Internazionale 1237; traduzione dall’inglese di Giuseppina Cavallo]

 

***

2018

Da: giulia@internazionale

Ciao Angelo, come stai? È un po’ che non ci sentiamo.
Come ogni anno sto curando il nostro numero speciale di fine anno, Storie, di sola fiction. Abbiamo un guest editor argentino, Martín Caparrós, che ha selezionato una decina di racconti bellissimi.
Ti andrebbe di illustrarne uno per noi? Ne sarei felice.
Avrei scelto per te il racconto di Ricardo Piglia.
Ci servirebbero tre illustrazioni, possibilmente entro il 12 dicembre:
17 x 23,6
17,5 x 11,5
27 x 17
Ti allego il testo tradotto, così ti fai un’idea. Mi fai sapere?
A presto, ciao
Giulia

Stava facendo giorno quando il commissario Croce sentì un arpeggio nell’aria, come una musica. Poi, in lontananza, vide un bagliore, forse il falò di un vagabondo o un fuoco fatuo nei campi.

A terra, in mezzo a un cerchio di cenere, c’era una pietra grigia. Somigliava a un uovo di struzzo, ed era tiepida. Arrivava dai confini dell’universo. Un aerolite, decise Croce.

Lo jugoslavo parlò per un po’ in croato e Croce lo ascoltò con attenzione, come se lo capisse. Poi tirò fuori carta e matita e a gesti gli chiese di disegnare la scena. Pesic fece un riquadro, poi un altro accanto.

I quotidiani scrissero che l’unico oggetto personale che portò con sè fu “la sua fisarmonica”. Nel suo spagnolo stentato e australe, disse che ringraziava “il fratello argentino” che gliene aveva “fatto omaggio”.

[pubblicato su Internazionale 1288; traduzione di Francesca Rossetti]

 

***

2019

Da: giulia@internazionale

Ciao Angelo, come va?
Ti scrivo perché sono alle prese con il nostro numero speciale Storie, che quest’anno ha come tema la fantascienza. Ti andrebbe di illustrare un racconto per noi?
Il testo è di un autore cinese, Bao Shu, e per ora ho solo la traduzione in inglese (l’italiano arriverà il 2 dicembre).
Riesci a farti un’idea? Intanto te lo allego.
Ci servirebbero 3 illustrazioni:
173,5 x 235,5
144 x 120
240 x 150

La scadenza è per il 9 dicembre. Ce la fai? Altrimenti la settimana dopo…
Fammi sapere!
Ciao ciao,
Giulia

PS: Pasquale si raccomanda di non disegnare dettagli ai margini, per avere eventualmente un po’ di gioco con le dimensioni.


Ye Lin è sull’orlo del tetto al trecentesimo piano del palazzo del Futuro, completamente fradicia. Trema come una foglia mentre violente raffiche di vento gelido misto a pioggia le tagliano la pelle come rasoiate.

Per fortuna tutto sta per finire. Tra poco troverà la pace, sarà libera per sempre.
Con un profondo respiro fa un passo avanti, nel vuoto. Non c’è più via di fuga.

Da quando era stata introdotta la scatola nera della memoria, la percentuale degli omicidi era diminuita drasticamente, mentre era rapidamente aumentato il numero di casi risolti.

Una figura indistinta sull’orlo del tetto la fece trasalire, per poco non lanciò un urlo. Poi mise a fuoco che era Jiang Yong.
“Capo, come mai anche lei qui?”, chiese stupita. “Non è che si è fatto prendere da brutti pensieri?”.

[pubblicato su Internazionale 1339; traduzione di Silvia Pozzi]

 

***

2020

Da: giulia@internazionale

Ciao Angelo, come stai?
Come al solito mi faccio viva verso la fine dell’anno per la nostra edizione speciale prenatalizia. Per il 2021 il numero delle Storie ha un editor cinese superstar, Yu Hua. Ti andrebbe di illustrare una delle storie che ha scelto?

In particolare avrei pensato per te al racconto di una giovane, Zhang Huiwen. Per ora posso solo anticiparti che parla di un villaggio dove nasce un bambino di cristallo (!). Non ho ancora potuto leggerlo, la traduzione mi arriverà entro la prossima settimana e te la potrei girare subito. A quel punto avrò anche più chiaro quante illustrazioni ci servono esattamente.

Che ne dici?

A presto, ciao,
Giulia

Scusa non so perché ho scritto 2021! Forse perché non vedo l’ora che questo 2020 finisca 🙂

Da: angelo@angelomonne

Ciao Giulia, per me va benissimo, aspetto la traduzione per cominciare a lavorare.

Grazie!
A)

Da: giulia@internazionale

Angelo ciao, è arrivato finalmente il testo di Bi Feyiu. Te lo allego.
Ci servono 4 illustrazioni, possibilmente entro la prima settimana di dicembre:

1 verticale 173 x 235
3 quadrotte 144 x 123

Buon lavoro, ciao,
Giulia

Da: angelo@angelomonne

Cara Giulia,
ecco le mie illustrazioni per il racconto di Bi Feyiu.
È stato un mezzo inferno inventarmi qualcosa da disegnare,
il racconto parla di un vecchio maestro e dei suoi due figli e non c’è traccia di bambini di cristallo (che fine ha fatto?)!

Fammi sapere se vanno bene.
Grazie! Ciao
A)

 

 

Da: giulia@internazionale

Angelo scusa, ti ho mandato il racconto sbagliato!
Eccoti quello giusto, di Zhang Huiwen.
E stamattina al telefono ti ho detto una sciocchezza, nel tuo racconto non ci sono tre storie… Continuo a confondere il “tuo” racconto con quello di un altro illustratore, scusa!
Mi fai sapere?

Buon lavoro, ciao
G

Non era semplicemente bello: sarebbe più esatto dire che la sua bellezza era così prodigiosa da lasciare increduli. Quando lo vide per la prima volta, la madre perse i sensi: il bambino non aveva un corpo fatto di carne, ma era un cristallo di forma umana.

Anche le donne si resero conto che accorrevano in quella casa non per la bellezza del bambino, ma per quel desiderio inconfessabile che ciascuno aveva riposto in quell’esserino.

Piano piano cresceva anche lui, come un bambino normale, ma ora nessuno veniva più a trovarlo: erano tutti impegnati a seminare e a mietere, o erano presi dai loro giri di commerci o di debiti, mentre le donne si erano accorte che le faccende domestiche aumentavano di giorno in giorno e che era impossibile liberarsene.

A un certo punto sentirono una specie di mugolio che non veniva dalla gola del bambino, ma da qualche parte dentro il suo corpo. Videro che dai suoi occhi scivolavano delle cose trasparenti come gocce d’acqua che appena toccavano il suolo si solidificavano e rotolavano via lampeggiando tra la polvere.

I ragazzini si stufarono presto di osservarlo. Uno gli chiese se voleva giocare con loro e lui annuì ripetutamente. Allora un altro tirò fuori una corda, dicendo che il gioco poteva iniziare solo dopo avergliela legata al polso.

[pubblicato su Internazionale 1390; traduzione di Anna Di Toro]

 

Da: giulia@internazionale

Ciao Angelo,
scusa, quando mi hai chiamato eravamo tutti in riunione su Zoom.

Le illustrazioni sono bellissime!

Il numero delle Storie esce il 23 dicembre, buon anno se non ci sentiamo prima!

Ciao,
Giulia

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