Arrivano i festival /1

Il Festival L’isola delle storie di Gavoi quest’anno vedrà i suoi vessilli cosparsi di vaghe sagome antropomorfe, zoomorfe e fitomorfe, con qualche elemento d’arredo.


L’elenco completo comprende:
5 lettori maschi in pose le più varie, uno con cappello;
5 lettrici femmine, una va di fretta, le altre assorte;
4 umani di sesso indefinibile, o qualcosa del genere;
2 bambini, entrambi di corsa ma lei sembra contenta, lui meno;
3 uccelli: uno in volo, uno su imbarcazione di fortuna, l’altro legge;

5 vegetali non edibili;
2 gatti di cui uno fuori forma;
un toro qualsiasi;
una martora lunga con il complesso della donnola;
un coniglio non Bianco;
una pecora (ma solo perché l’ha chiesta Maria Carmen);
un canide in piedi con libro di London, aperto;
un pesce di vario tipo;
un cetaceo che legge Melville*;
un gallo privo di spessore;
un centauro abbastanza flessibile;
una maschera sinistra, in basso a destra;
una sedia per sedersi, ma c’è il libro sopra;
una lampada per leggere al buio;
un caffè, ci vuole;
un vaso vuoto;
una corona inservibile;
un giovane eptapode, di profilo.
E poi sì, anche uno scoglio, un martello, un cappello e un’automobile che viaggia verso il sole con un’unica, piccola nuvoletta per un totale di 48 vaghe sagome in grigio-azzurro e libri rossi, su fondo bianco.

(*) Forse Moby Dick, forse nella nuova traduzione, forse comprata a Sassari da Emiliano Longobardi, ma non si vede bene.


Come da tradizione, l’eccellente progetto grafico è di Sabina Era.

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